giovedì 27 dicembre 2007

Comando Remoto (con filo) per Canon

Eccomi qui a parlare di uno "strumento" necessario per chi fa foto astronomiche sia su cavalletto che su montatura: il comando remoto, che sostituisce - in campo digitale - lo scatto flessibile noto a tutti i possessori di reflex analogiche.

Il Comando Remoto (o lo scatto flessibile) serve a gestire l'apertura dell'otturatore evitando di toccare il pulsante di scatto e quindi l'apparecchio fotografico evitando a sua volta indesiderate vibrazioni. I vecchi modelli per le reflex analogiche sono dotati di un blocco a vite che consente in caso di posa B di bloccare lo scatto e far esporre la pellicola per il tempo desiderato.

Nell'era digitale il Comando Remoto è stato rimpiazzato da semplici interruttori che chiudono un paio di circuiti che servono appunto per simulare ciò che avviene quando premiamo il pulsante di scatto che come è noto ha 2 "livelli" di pressione: a metà oppure completa.

Pressione a metà
: Quando si preme il pulsante dell’otturatore a metà vengono attivati normalmente l’autofocus (AF) e il meccanismo di esposizione automatica (AE);
inoltre, vengono impostate la velocità dell’otturatore e il valore di apertura.

Pressione completa: L’otturatore si apre permettendo di scattare la foto.

Ciò che segue è relativo SOLO agli apparecchi che fanno uso del telecomando RS-60E , nella fattispecie il modello Canon EOS 300D (Rebel).


Per la documentazione del funzionamento dello Scatto Remoto Originale Canon potete consultare questo link: http://www.eosdoc.com/manuals/?q=RS-60E3

Prima di proseguire nella lettura, inoltre, una nota è d'obbligo:
  • Ogni esemplare autocostruito non essendo a norma CE non può essere messo in commercio.
  • Non mi ritengo responsabile per eventuali danni diretti o indiretti causati a persone o cose nella realizzazione di questo progetto o per eventuali usi impropri dello stesso.

A questo punto ci si può dedicare alla realizzazione di questo accessorio e con pochissimi euro (3,50 nel mio caso).

Su internet è pieno di schemi analoghi. Io ho voluto sintetizzare il tutto attraverso un semplice schema ed una foto dello strumento finito.


Munitevi quindi di saldatore e tester e assemblate il tutto o fatevi aiutare da una persona più esperta per evitare di fare danni!!!

Il funzionamento è altrettanto semplice:

Il Connettore va inserito nella presa per il terminale del telecomando (consultare il manuale della vostra Canon) della Eos 300D.

Sul Comando Remoto sono presenti:
Un INTERRUTTORE
Un Pulsante NERO
Un pulsante ROSSO

FUNZIONI CON INTERRUTTORE OFF (modalità normale):
pulsante NERO ---> auto-focus (AF)
pulsante NERO e quindi ROSSO ---> Scatto (Shutter)
pulsante ROSSO da solo ---> nessuna funzione

FUNZIONI CON INTERRUTTORE ON (modalità normale):
pulsante NERO ---> nessuna funzione
pulsante ROSSO ---> Scatto (Shutter) - può essere usato più volte

POSA B (bulb mode):
INTERRUTTORE ON ---> (AF)
pulsante ROSSO ---> Inizia l'esposizione
INTERRUTTORE OFF---> Termina l'esposizione.

lunedì 17 dicembre 2007

La luce cinerea della Luna

Venerdì pomeriggio, rientrando a casa dal lavoro, ho alzato come ogni sera lo sguardo verso il cielo ed ho potuto constatare che sulla superficie lunare era visibile oltre alla sottile falce lunare di 5 giorni, anche la restante parte di luna "non illuminata", fenomeno conosciuto come LUCE CINEREA della Luna.

Rientrato a casa ho montato la Canon sul cavalletto ed ho fatto qualche scatto con lo zoom a focale 300mm, ricavando questa immagine piuttosto significativa:



Il fenomeno si manifesta quando il resto della Luna, quello non illuminato direttamente dal Sole (come lo è la sottile falce), viene illuminato dalla luce del Sole riflessa dalla Terra, una Terra che un osservatore posto sul nostro satellite naturale vedrebbe "piena".

Questo è un grafico che ho realizzato per chiarire meglio il concetto:


Questa "doppia riflessione" è conosciuta anche come EarthShine (per chi volesse approfondire questo tema in inglese).

venerdì 14 dicembre 2007

Sunspot 978

Prima di iniziare a parlare del SOLE una premessa è sempre d'obbligo:

ATTENZIONE!!! NON GUARDARE IL SOLE SENZA FILTRO ADEGUATO NE AD OCCHIO NUDO NE CON STRUMENTI. E' PERICOLOSISSIMO ED E' CAUSA DI CECITA'.


Dunque. Oggi sono qui a parlare un pò delle macchie solari, ovvero delle aree che appaiono più scure rispetto al resto della superficie - la fotosfera - perché hanno una temperatura inferiore ad essa. Le macchie solari sono più brillanti, ma per contrasto appaiono di colore più scuro o nero. La loro temperatura si aggira intorno ai 4000°C, rispetto ai 5700°C della fotosfera.
Possono raggiungere dimensioni che vanno da 5.000 a 50.000 Km di diametro e sono originate dall'intenso campo magnetico del Sole che impedendo la risalita dei gas e del calore dall'interno della stella in quei punti, provocano la formazione di regioni appunto più fredde.

E' da un pò di tempo (parecchie settimane) che non se ne vedono sulla nostra stella. Il numero di macchie solari raggiunge il massimo ogni 11 anni circa (vedi sotto), ed è degli ultimi giorni la grande formazione apparsa sulla sua superficie, quella denominata NOAA 978 (numerazione ufficiale progressiva stabilita appunto dal NOAA all'apparire sul bordo EST) che, seppure ampia non fa pensare ad una certa attività in aumento.

Proprio ieri mi sono cimentato in una foto utilizzando la mia nuova Canon. Per i particolari sarebbe stata più indicata una webcam ma purtroppo l'ho venduta e in attesa di comprarne un'altra mi devo accontentare di inquadrature ampie.

Questa è la foto: Un solo scatto da 1/250 secondo a 100 ISO - Canon Eos 300D al fuoco diretto del mio telescopio (130/650) più barlow 2x per una focale di 1300mm.



















La colorazione è artificiale, realizzata in un secondo momento con un software di fotoritocco lavorando sui livelli, in quanto la ripresa effettuata tramite filtro solare ASTROSOLAR posto davanti al telescopio risulta a toni di grigio (Per questa tecnica di colorazione scriverò qualcosa più avanti).

Questo è invece un grafico rielaborato in minima parte dal sottoscritto e tratto dal sito del MSFC (http://solarscience.msfc.nasa.gov/SunspotCycle.shtml) i cui membri hanno studiato il comportamento caratteristico delle macchie solari e che può essere di aiuto nelle previsioni delle prossime attività solari dei prossimi anni.
Come si può vedere siamo nella fase di minimo e dal prossimo anno dovremmo assistere ad una intensità dei fenomeni...



















Alla prossima

mercoledì 12 dicembre 2007

Filtri IR per la ripresa con webcam


La curiosità di "vedere" cosa succede nell'infrarosso mi ha portato a sperimentare ciò che altri astrofili fanno già da tempo fotografando tramite webcam e utilizzando appunto filtri dedicati a queste lunghezze d'onda ovvero a quelle superiori i 700 nanometri.

Le frequenze della luce percepibili dall'OCCHIO UMANO posso essere paragonate alle frequenze musicali percepibili dall'ORECCHIO. Come l'orecchio umano è in grado di percepire dei suoni limitati ad una certa gamma di frequenze (espresse in Hertz) ma non riesce ad ascoltare ciò che è nelle bassissime frequenze e neanche nelle altrissime frequenze degli ultrasuoni, così anche l'occhio si comporta con la luce per cui non è in grado di percepire ne le lunghezze d'onda inferiori a 400 nanometri (ultravioletto) nè lunghezze d'onda maggiori a 700 nanometri (infrarosso).

I sensori CCD sono generalmente sensibili praticamente a tutto lo spettro (così come alcuni animali come i cani riescono ad ascoltare gli ultrasuoni). Questo da un lato è un grosso vantaggio, ma crea dei problemi in fase di ripresa in quanto c'è differenza di punto di fuoco tra le varie lunghezze d'onda. Praticamente è impossibile mettere a fuoco contemporaneamente le lunghezze prossime al blu-violetto e quelle dello spettro più basso dell'infrarosso.

A questo punto ci vengono incontro i FILTRI ottici che, come un equalizzatore musicale fa con le frequenze sonore, "equalizzano" le lunghezze d'onda dello spettro luminoso.

Esistono quindi allo stesso modo filtri "passa basso", "passa alto" o "passa banda"

Nel caso specifico di questo test, realizzato molto tempo fa, ho utilizzato in accoppiata ad una webcam Toucam Pro II - separatamente - due filtri, uno IR-CUT e uno IR-PASS della Baader Planetarium.

Tengo a precisare che vanno utilizzati solo per riprese fotografiche con Webcam/sensore CCD. Occhio... che in visuale l'IR-CUT non serve a niente, mentre l'IR-PASS non fa vedere niente in quanto blocca "il visibile" dall'occhio umano.

Queste le curve di trasmissione:







FILTRO IR/UV-CUT

Questo filtro blocca tutte le lunghezze d'onda al di sopra dei 7000 Angstrom e al di sotto dei 4000. Senza il filtro IR-Cut si ottengono immagini o filmati con colori sbilanciati.









FILTRO IR-PASS

Un filtro Passa-Infrarosso di tipo Long-Pass blocca tutte le lunghezze d'onda visuali e trasmette la luce a partire dalla lunghezza d'onda di 685 nm fino a tutto l'InfraRosso.




Il risultato del mio test è riassunto da queste immagini:


1. SENZA FILTRO: I colori delle tegole sono falsati e tendono al blu

2. FILTRO IR/UV-CUT (RGB): I colori sono più reali ma manca qualche dettaglio

3. FILTRO IR-PASS (L): Manca il colore ma c'è qualche dettaglio in più nei rossi

4. Immagine Composita (LRGB): Immagine molto più vicina alla realtà nel colore e più dettagliata

martedì 11 dicembre 2007

Traffico sopra il cielo.

Alzando lo sguardo al cielo, o osservandolo anche con un semplice binocolo, spesso si vedono dei puntini luminosi - non lampeggianti - che si spostano tra le stelle. A volte questi puntini cambiano anche la loro intensità luminosa.

Si tratta di satelliti artificiali (e sopra le nostre teste ce ne sono tantissimi) messi in orbita per le più svariate applicazioni e da non confodere con gli aerei che hanno la caratteristica di avere luci colorate (verdi rosse e bianche) lampeggianti posizionate sotto le ali.

I satelliti artificiali (sono decine quelli visibili dalle nostre città e che hanno magnitudini inferiori alla 4^) hanno chiaramente orbite differenti e quindi dalla Terra si vedono prendere traiettorie diverse. Alcuni sono molto deboli, perchè le loro superfici non sono molto riflettenti, o sono piuttosto piccoli e/o distanti. Ne esistono anche "fissi", quelli cosiddetti geostazionari - stanno sempre là (per citarne alcuni, gli Hotbird per le trasmissioni televisive) - ma quella è un'altra storia...

I più famosi e più "visibili" anche ad occhio nudo sono la ISS (la stazione orbitante internazionale) e la schiera di satelliti IRIDIUM, per intenderci, quelli destinati alle comunicazioni telefoniche. Questi ultimi raggiungono magnitudini importanti che seguono quelle di sole e luna; si arriva anche alla -8,5 (monster flare) ovvero un’intensità luminosa decine di volte superiore a quella del pianeta Venere e che fa si che li renda visibili anche di giorno.
La loro caratteristica è quella di apparire prima come un puntino debole che aumenta di intensità fino a assumere la sembianza di un flash (il cosiddetto FLARE) per affievolirsi di nuovo e scomparire. Un fenomeno che dura solo pochi secondi!. Questa caratteristica è data da un pannello molto riflettente che girando su se stesso e incontrando i raggi solari ne determina il fenomeno, un pò come quando cerchiamo con uno specchietto di proiettare i raggi del sole verso qualcosa o qualcuno ;)

Casualità a parte... è possibile conoscere il momento esatto del passaggio del satellite e la sua posizione nel cielo, sia per poterlo osservare che, ancora meglio, fotografare. Esistono sia software che siti internet adatti allo scopo.

Per quanto riguarda il software è da citare ORBITRON (http://www.stoff.pl/) - gratuito (cardware) - probabilmente il più semplice e potente programma per il tracciamento dei satelliti. L'applicazione visualizza le posizioni dei satelliti in qualunque momento (simulazione o tempo reale) da qualunque località.

Per quanto riguarda internet il sito più importante e più conosciuto è HEAVENS-ABOVE (http://www.heavens-above.com/), il cui obiettivo è quello di fornire tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno per osservare i satelliti, come la stazione spaziale internazionale e lo Space Shuttle, eventi spettacolari come "l'abbagliante riflesso" dei satelliti Iridium (Iridium Flare), oltre ad approfondimenti e altre informazioni astronomiche.

Il sito fornisce - per una specifica località - i tempi di visibilità, e le mappe a vari dettagli che illustrano la posizione e il percorso che il satellite effettua nel cielo. Il tutto generato in tempo reale e personalizzato per la propria località di osservazione (città, quartiere, ...) e fuso orario.

Per concludere... ecco una foto che ho realizzato appunto per documentare il passaggio (e il suo FLARE) di un satellite IRIDIUM.
La foto è stata scattata con una reflex digitale Canon Eos 300D dotata di grandangolare (18mm) e sistemata su un cavalletto fotografico. Posa da 40 secondi in modalità B (bulb).
La foto include anche una piccola curiosità ;)

lunedì 10 dicembre 2007

I colori della Luna

Tempo fa, ho letto un articolo sui colori della Luna "ripresi" dalla sonda Galileo e mi sono detto: al massimo io l'ho vista rossa, arancione, ma il più delle volte "in bianco e nero". Nei primi casi però si tratta di un fenomeno legato all'atmosfera terrestre. E se fosse davvero a colori, come sostiene l'articolo? Non mi restava che provare.
Armato di digitale compatta, unico strumento di ripresa che avevo a disposizione, ho deciso di utilizzare il metodo afocale (appoggiando quindi l'obiettivo all'oculare) per fare qualche scatto.
Chiaramente l'immagine di ripresa, vuoi o non vuoi, risulterà sempre grigio/gialla...




















Per far risaltare quindi le lievissime differenze di colore che un sensore CCD riesce comunque a catturare bisogna intervenire
nella fase cosiddetta di post-produzione trattando le immagini con un software di elaborazione fotografica, come Photoshop che permette di lavorare su livelli separati o software analoghi freeware, per citarne uno fra tutti Photofiltre versione 6.2.7.

Per semplificare i passaggi, bisognerà innanzitutto regolare livelli e colore, anche in automatico.
Utilizzando Photoshop: Ctrl+Maiusc+L e poi Ctrl+Maiusc+B













Fatto ciò, duplichiamo il livello e su questo interveniamo prima aumentando gradualmente la saturazione ad esempio per tre volte il 50% e successivamente sfocando l'immagine ottenuta: sfocatura gaussiana o controllo sfocatura di raggio 5











Non ci resta che applicare al livello così elaborato la modalità colore












ed apprezzare il risultato finale




















Ma non è finita...

Oltre ad aver realizzato un interessante immagine esteticamente "diversa" da quelle a cui siamo abituati a vedere, siamo di fronte ad elementi utili per capire la mineralogia della superficie lunare:
Blu = forte presenza di titanio (v. Mare Tranquillitatis)
Arancio = presenza medio-bassa di titanio
Porpora = zone povere di titanio e ferro (v. Copernico)

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APPROFONDIMENTI
Per vedere una galleria di immagini della Luna realizzate dalla sonda Galileo cliccate quì:



venerdì 7 dicembre 2007

La Nebulosa di Orione - M42

Prima di pubblicare i miei pochi lavori astrofotografici realizzati e quelli che chiaramente devo realizzare, voglio proprio iniziare dalle ultime foto scattate nel week-end scorso e ieri sera, ovvero la nebulosa M42 nella costellazione di Orione.

Sono le prime realizzatate decentemente e con la Canon 300D.
Le altre le avevo fatte con la webcam modificata, ma ne riparlerò più avanti.

Intanto questa è la costellazione fotografata con un obiettivo fotografico standard (50mm)
con la reflex sul cavalletto (senza inseguimento quindi) ed è il risultato della MEDIA di 3 scatti da 10 secondi.
A tal proposito col la reflex sul cavalletto mi regolo così: valore costante 500 diviso la focale dell'obiettivo fotografico per ottenere i secondi di esposizione per non riprendere il movimento delle stelle dovuto alla rotazione terrestre; questa è la formula "alla maschile", mentre quella reale è:
tmax = 550/FocaleOb.*cos(declinaz.stella).

Quindi in questo caso 500/50mm = 10 sec. di esposizione max.
Altro esempio 500/18mm(grandangolare) = 28 sec. max di esposizione

Ecco la foto:


Venerdì sera quindi mi sono concentrato sulla nebulosa.
Questa volta ho usato il telescopio - il celestron 130SLT - accoppiato alla barlow 2x ed alla mitica Canon 300D.

Dopo una serie di scatti di prova più o meno lunghi mi sono assestato su pose piuttosto brevi da 8 secondi ciascuna. Ne ho fatte un bel pò con la macchina impostata a 3200 ISO (firmware modificato), ma alla fine ne ho potuto utilizzare solo 14 per allinearle col sofware freeware DeepSkyStacker (DSS per gli amici).

L'elaborazione finale è stata fatta con Photoshop. Eccola:



Ieri sera invece ho voluto riprovare vista l'assenza di nubi a insistere sull'oggetto di Messer più bersagliato dagli Astrofotografi.

Questa volta più scatti e tutti con esposizione maggiore (15 secondi)
Alla fine i migliori 17 li ho allineati col solito DeepSkyStaker (freeware) compositandoli utilizzando la mediana...
Il risultato non è come me l'aspettavo, ma comunque degno proseguimento di questo percorso astrofotografico che ho intrapreso.

Setup: Celestron 130SLT + Barlow2x + Canon Eos 300D - 17x15sec. ISO 1600

lunedì 3 dicembre 2007

I miei strumenti (Prima parte)

Eccomi a parlare della mia attrezzatura.

ll mio interesse è piuttosto recente, o meglio è nato da bambino col mio "primissimo telescopio", un rifrattorino senza pretese regalatomi da mio padre col quale al massimo mi divertivo ad osservare la luna, ma è da qualche tempo che ho riscoperto l'astronomia acquistando prima il classico Newton 114/910 con montatura equatoriale e col quale ho provato a capire se mi appassionavo davvero.

Ho cercato quindi dapprima di familiarizzare col cielo delle varie stagioni un pò come si fa quando si va in una nuova città e si fa subito il giro dell'isolato per vedere cosa c'è intorno a noi. Il tutto supportato chiaramente dalla tecnologia informatica ovvero dai più conosciuti software utili per ricavare la mappa del cielo visibile da una località stabilita in un determinato momento.

Unico problema... il tempo.
Questo limite mi impone serate osservative non troppo prolungate e ahimè dal balcone di casa e per sfruttare al massimo il tempo a disposizione (e un pò per pigrizia, lo ammetto) ho deciso di passare ad una montatura motorizzata e computerizzata. La scelta, compromesso prestazioni/prezzo, è caduta sul Celestron 130slt.
Apertura maggiore contro una focale minore, motorizzato, computerizzato, controllabile da PC; forse unico neo la montatura "Altazimutale" a forcella monobraccio, che ne limita fin troppo il suo utilizzo in campo fotografico.

Il sistema Go-To funziona piuttosto bene, ed è molto facile da usare.

Ai 2 oculari di serie:
25 millimetri (26x)
9 millimetri (62x))
Ho successivamente - e in tempi diversi - affiancato:
Un oculare Orion 6mm (108x) a largo campo e larga estrazione pupillare
Un oculare da 40mm (16x); forse eccessivo, ma lo rende più simile ad un binocolone
e quindi
Una barlow 3x Teleview
Una barlow 2x Skywatcher
che mi garantiscono una buona escursione in fatto di focali...

Degli altri accessori ne riparlerò più avanti. (continua)

venerdì 30 novembre 2007

Inizia una nuova avventura...

Data astrale 44927.1 - Inizia una nuova avventura in rete.

Questo Blog nasce con l'intento di condividere la mia passione per l'Astronomia e si propone, e vorrei non presuntuosamente, di raccogliere i frutti di serate dal mio "avamposto di osservazione", ricerce personali, e altro (Le citazioni alla serie di Star Trek finiscono comunque qui).

Un sito certamente non destinato agli astronomi e nemmeno agli studenti di astronomia: i primi non hanno chiaramente niente da imparare da queste pagine e gli studenti sanno sicuramente dove trovare gli strumenti per imparare.

Lo scopo, molto più modesto, è quello di raccogliere gli "Appunti" di un viaggio intrapreso da non molto tempo, ma vuole dare anche spazio al contributo di tutti quelli che come me passano le serate a scrutare il cielo zigzagando tra gli infiniti spazi dell'Universo.

Il nome Testudo, dato a questo lavoro e associato alla parola Sky, non è scelto a caso, ma è associato ad un'altra mia passione: collezionare tartarughe, di qualsiasi materiale (ne possiedo oltre 200 in legno, vetro, plastica, ceramica, di peluches). Una cosa è certa la Tartaruga non è una delle 88 costellazioni ufficiali scelte dall’Unione Astronomica Internazionale. Da quì quindi la ricerca che mi ha portato a scoprire che Testudo ovvero Testuggine, Tartaruga, Turtle, è la denominazione araba della costellazione della Lyra - "As-sulahfa" (la stella Vega è denominata "Al-waqi" - l'Aquila Cadente).

L'immagine della Tartaruga presente nel logo di questo Blog è tratta da "Il Globo Celeste Arabico del secolo XI", Firenze 1878, di Ferdinando Meucci (1823-1893) che disegnò una Mappa Piana riportando fedelmente i dati contenuti nel Globo Celeste Arabico (ovvero la più antica rappresentazione conosciuta del cielo tolemaico) rappresentandolo suddiviso in dodici fusi di 32,5 cm di diametro, tangenti in corrispondenza dell’eclittica. La costellazione della Lira è appunto disegnata, secondo l’usanza araba, come una tartaruga e denominata "La Testuggine".

Questa costellazione, inoltre, rappresenta la lira costruita con un guscio di tartaruga da Ermes e donata ad Apollo il quale, a sua volta, la regalò a Orfeo, un magnifico musicista che quando cantava e suonava tutte le creature lo ascoltavano incantate e lo seguivano...